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La politica che condona gli abusi edilizi contribuisce a far avvenire sciagure.

28 Novembre 2022/in In evidenza, News, Senza categoria

Discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 28 settembre 2018, n. 109, recante disposizioni urgenti per la città di Genova, la sicurezza della rete nazionale delle infrastrutture e dei trasporti, gli eventi sismici del 2016 e 2017, il lavoro e le altre emergenze (A.C. 1209-A).

[…] Ma veniamo a un altro capo, al capo III, quello relativo agli interventi per Ischia. Il relatore per la Commissione Ambiente, l’onorevole Rospi, qui, oggi, ha detto: qui non si parla di condono, di sanatoria, ma solo di accelerazione di procedure. Non è così, non è così, la rubrica, cioè il titolo dell’articolo 25, recita: definizione delle procedure di condono. Faccio anche lo spelling: c-o-n-d-o-n-o, condono! E così, con onestà intellettuale, in qualche modo con un po’ di trasparenza – vivaddio! – lo hanno definito lo stesso Ministro dell’Ambiente Costa e lo stesso Vicepremier Salvini, ma Di Maio, che è più ipocrita, non vuole dirlo. Per lui usare la parola “condono” è un po’ come per Fonzie, della serie televisiva Happy Days, pronunciare la parola “scusa”. E, però, Di Maio, in qualche modo le cose sono così, perlomeno cambia i titoli delle leggi che firmi, se non vuoi metterlo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Non solo. Avete voluto spalancare le porte di un condono, non avete accelerato le procedure, perché avete deciso, e potevate fare in mille altri modi, di applicare a tutti i casi di domande di condono ancora pendenti la legge più retrodatata, la n. 47 del 1985, quella che abbiamo detto era stata scritta dal Governo di Bettino Craxi e dal Ministro Franco Nicolazzi, e questa legge del 1985 avete deciso cioè venga applicata a tutte le domande, anche a quelle domande di condono presentate successivamente, cioè nel 1994, nel 2003, e in questo modo scatenate un effetto straordinario, cioè rendete sanabili abusi che non sarebbero stati sanabili applicando le leggi del 1994 e del 2003. Ci sono volute dodici ore continue di discussione per ottenere, alle quattro del mattino di martedì, una riscrittura del testo, che almeno escludesse la sanatoria per gli abusi commessi da persone condannate per mafia (Applausi dei deputati del gruppoPartito Democratico) e l’abbiamo chiesto noi! Perché voi dicevate che non era vero, salvo poi dire di riscrivere la norma. Le norme di Berlusconi nel 2003 erano molto più garantiste di quelle che applicherete voi, perché impedivano la sanatoria di abusi in zone a vincolo idrogeologico, in zone a vincolo sismico, gli abusi fatti costruendo su terreni di proprietà pubblica e gli abusi fatti intervenendo sui musei nazionali, e voi lo rendete possibile.

Vedete, il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, intervistato a Repubblica TV da Sergio Rizzo, ha detto; il condono non mi piace, a Ischia e negli altri posti. Mi viene il mal di stomaco a parlare di condono, fisicamente e culturalmente. All’estero non esiste il termine “condono”. Quando vado in congressi internazionali mi chiedono cosa voglia dire. Sono fiducioso che il dibattito parlamentare possa aiutare, voglio fare la goccia cinese, anche perché tante di quelle case le ho sequestrate io. Lo dice Costa. Allora, ma quando mai è successo che un Ministro dell’Ambiente parlasse in questo modo di provvedimenti votati da se stesso, dal suo Consiglio dei ministri? Eppure, eppure non è cambiato nulla. Il che vuol dire che il Ministro Costa è un Ministro tecnico, è un Ministro che non conta nulla (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), non conta nulla perché o non ha capito ciò che ha votato, e perciò è pericoloso, o ha capito e non l’avete seguito, per cui è un Ministro inutile.

E fa tristezza, fa tristezza, credete, vedere un generale dell’Arma dei carabinieri trasformato in una foglia di fico, esattamente come Conte, l’unico Presidente del Consiglio che è il vice dei suoi due Vicepremier, ma questo e quello che succede nel Governo del cambiamento.

[…] E soprattutto a noi basterebbe, cara Presidente, che Di Maio onorasse il contratto di Governo su cui ha messo la sua firma. Il contratto di Governo al punto 5 (ambiente) dice (leggo testualmente): per contrastare il rischio idrogeologico sono necessarie azioni di prevenzione che comportino interventi diffusi di manutenzione ordinaria e straordinaria del suolo su aree ad alto rischio, oltre ad una necessaria attuazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico. Esattamente l’opposto di quanto ha fatto con il decreto-legge su Ischia! Mica male per chi predicava una diversità dagli altri partiti e una superiorità etica sulle altre persone. Siete sì diversi, ma peggiori: siete peggiori dei politici della Prima Repubblica che avete criticato, perché loro le opere abusive le sanavano, voi non solo le sanate ma pagate anche la ricostruzione di abusivi con soldi pubblici (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Il MoVimento 5 Stelle predicava la legalità ed era contro i condoni. Beppe Grillo scriveva il 27 luglio 2006 sul suo blog (cito testualmente): l’italiano medio è abusivo e condonista, l’italiano medio è un povero cristo che ruba a se stesso e al suo Paese. Lo diceva proprio lui che ha usufruito di tre condoni fiscali e con la sua immobiliare, la Gestimar, di ben due condoni tombali, quelli che gli ha fatto Silvio Berlusconi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

Allora Grillo è sì contro i condoni, ma solo quando non servono a lui. E così voi: siete contro i condoni, tranne quando servono a voi e alle vostre clientele; e avete fatto un condono che si sarebbe applicato anche ai mafiosi se non avessimo in qualche modo, con tutte le opposizioni, bloccato questa norma.

Ma vedete, questa volta non funzionerà: caro Di Maio, questa volta non funzionerà, non se la caverà con la sceneggiata fatta a Porta a Porta della manina che ha messo mano al condono fiscale. Questa volta, caro Di Maio, non funzionerà più dire: ho letto la e-mail ma non l’ho capita, come a proposito delle e-mail ricevute dalla sindaca Raggi, perché la finzione del giovane politico puro ma un po’ inesperto, che cade nei tranelli orditi dalla burocrazia ministeriale e dalla vecchia politica questa volta non funziona; perché l’onorevole Di Maio è tutto, meno che inesperto. Questa cosa l’ha voluta lui, dopo la sua visita a Ischia, come bene ci ha ricordato l’onorevole Rospi.

Questa schifezza – cito testualmente, come detto da Salvini – è stata voluta da Di Maio per impegni elettorali; e si va a sanare con questa schifezza non solo la casa del povero cristo di Ischia, ma anche la villa abusiva. Questa vicenda, cara Presidente, fa venir meno la verginità politica del MoVimento 5 Stelle, e dimostra come Di Maio sia un politico scaltro, un bravissimo negoziatore, un uomo di potere attento alle sue clientele.

Concludendo, vi voglio raccontare la sensazione che ho avuto, perché quando parlavano i miei colleghi, all’apertura del dibattito questa mattina, mi è venuta in mente la ballata di Goethe, L’apprendista stregone. Mi è venuta in mente, ma nella riedizione comica, quella del film Fantasia di Walt Disney, dove il protagonista è Topolino; non so se l’avete vista. Ed è un’interessante metafora, ve la racconto. Ad un certo punto Topolino è un apprendista stregone, cioè vuole imparare la magia; il suo maestro si allontana da casa e gli affida il compito di mettere in ordine il laboratorio. Però Topolino è un po’ intraprendente, ha voglia di imparare. Si mette il cappello da mago, prende la bacchetta magica, legge qualche formula, anima una scopa e le dice: fai tu la pulizia al posto mio; e la scopa animata inizia a fare la pulizia nella casa, prende dei secchi d’acqua per lavare i pavimenti. Nel frattempo Topolino si addormenta. Quando si sveglia, vede che la casa è sottosopra ed è occupata dall’acqua, perché la scopa continua a portare acqua. Allora Topolino prova a fermare la scopa, ma non ci riesce; usa la bacchetta magica, ma non gli funziona più. Allora Topolino prende una scure, e con la scure distrugge in tanti pezzi la scopa magica. Ma la scopa magica per magia si ricompone, e al posto di una scopa abbiamo cinque, dieci, cento scope, e tutte fanno pulizia, e la casa viene sommersa d’acqua, e Topolino sta per affogare. Finché, all’improvviso, la catarsi: arriva il maestro, fa una magia, fa scomparire l’acqua, la scopa torna ad essere una semplice scopa e Topolino viene redarguito dal maestro, e la storia finisce.

Nella metafora le scope sono allora le vostre leggi, le scope sono i vostri atti di governo, le scope sono le vostre scelte sul bilancio, e Topolino invece siete voi, specie i due Vicepremier o Premier. Avete messo in piedi un armamentario che non sapete maneggiare, esattamente come Topolino nel film. Manderete a fondo il Paese, come nel film. Ma questo purtroppo non è il film Fantasia, che si conclude con l’arrivo della persona che rimette tutto a posto con un tocco di bacchetta magica.

Quando vi accorgerete dei danni che avete creato sarà troppo tardi, non sarete in grado di porvi rimedio, e ad affogare per colpa dei vostri errori saranno i nostri cittadini, saremo tutti noi, sarà la nostra Italia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Congratulazioni).

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