Il viaggio della speranza
E’ terminato da poco il mio viaggio in treno verso Roma. É stato un viaggio della speranza: la speranza che finalmente termini questo stato di lacerazione permanente in cui il mio partito si dibatte .
Dopo il risultato referendario Renzi voleva indire il congresso, per decidere la linea politica, ma la minoranza si è opposta strenuamente. E così si è deciso di rinviare.
Allora Renzi ha proposto le primarie prima delle elezioni politiche, ma la minoranza ha replicato dicendo che bisognava rendere “contenibile” la guida del partito.
Quindi Renzi ha detto “facciamo il congresso” e la minoranza ha detto “no a gazebate” oppure “sì al congresso, ma non quando lo propone Renzi (che peraltro non ha ancora comunicato date), ma più in là nel tempo…”.
Sembra di sentire la canzone “Cara ti amo” di Elio e le storie tese.
Per la minoranza in realtà il vero problema è che Renzi guidi questo partito.
C’è un settarismo senza limiti in parti del mio partito.
Facciamo il congresso e si decida una volta per tutte qual è la linea politica del PD.
Però poi tutti coloro che hanno partecipato devono rispettarne il risultato. Non funziona che giochi e poi, se perdi, scappi con la palla (io lo posso dire, da sconfitto nelle primarie con Piero Fassino)!
Il PD ha bisogno di chiarezza e di univocità nella linea politica.
Questo continuo cannoneggiamento del quartier generale ad opera dei nostri stessi dirigenti nazionali fa perdere ogni credibilità alla nostra forza politica.
Speriamo che oggi parta un percorso che ci faccia uscire da questo momento incubo.
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