Andiamo avanti con determinazione
(Nota: al fondo del post trovate il video dell’intervento)
Questa sera sono intervenuto alla direzione nazionale del PD sulla riforma costituzionale. Da non parlamentare, ho cercato di guardare gli avvenimenti con un occhio esterno e leggere le opinioni che molti di voi mi hanno scritto. La mentalità da “addetti ai lavori” infatti produce spesso una prospettiva distorta e un’ossessione alla notizia sul quotidiano.
Il dibattito di questi giorni mi è sembrato un po’ schizofrenico: tanti scrivono che le riforme è meglio farle insieme che da soli, cosa tanto vera quanto ovvia, ma poi quando si lavora per farle insieme sono gli stessi che scatenano la polemica (come successo all’interno del PD riguardo il Patto del Nazareno). Per cui, se ci si accorda con Forza Italia non va bene; se si procede da soli, non va bene lo stesso.
C’é un parlamentare che ha dichiarato “se andiamo avanti da soli, non voto la riforma costituzionale”; ora, mi chiedo, é possibile mettere così a repentaglio la linea del partito e dei gruppi parlamentari su un tema quale la riforma costituzionale? Se poi ciò lo si fa in tanti, è un’arma formidabile che consegniamo alle minoranze. Qui stiamo parlando di una riforma costituzionale condivisa da Forza Italia fino all’altro ieri, con un’intesa che è stata rotta per l’elezione di Mattarella. Ricordo che anche nel 2001 la riforma del titolo V della Costituzione fu votata solo dai gruppi della maggioranza, ma allora quanti oggi invocano la dittatura e un incipiente cesarismo non si stracciarono certo le vesti, mentre oggi lo fanno. Non vi pare che sia un po’ strumentale? Dovremmo fermarci ora, solo perché Berlusconi ha cambiato idea? Ogni scusa è buona in questo Paese per chi non vuole cambiare nulla. L’immobilismo spesso è travestito da benaltrismo. Ai nostri parlamentari piemontesi chiederò di non mollare.
Tra una decina d’anni potrá essere dato un giudizio obiettivo sulle nostre decisioni di questi mesi.
Posso accettare, come politico, che qualcuno tra dieci anni possa dire che abbiamo commesso qualche errore, per la fretta di fare.
Ma, come uomo, non posso accettare che tra dieci anni gli insegnanti del liceo possano dire alle mie figlie che il loro padre, con i suoi amici, ha avuto l’occasione di cambiare questo Paese e non lo ha fatto per paura o per divisioni interne di partito.
Andiamo quindi avanti, uniti e con determinazione.
Caro Davide,
sono totalmente d’accordo con quanto scrivi e con quanto hai detto. A me pare che ciò che preoccupa molti politici dell’opposizione ma purtroppo anche del nostro partito, sia la paura che con le riforme possa diminuire il potere personale degli eletti. Di qui l’accusa di cesarismo perlopiù strumentale al limite del ridicolo, come quella che viene dal pulpito di FI
( a ben vedere al tempo di Cesare molti senatori cesaricidi nascondevano la stessa motivazione all’ombra del repubblicanesimo di un Catone e di pochi altri come Bruto e Cassio ).
I cittadini hanno finora rimproverato ai politici:
* il godere dei privilegi di una casta che opera pro domo sua
* la cupidigia (sino al limite della disonestà)
* l’anteporre l’interesse personale ( il “particulare” di Guicciardini)
*la lentezza nell’agire per il bene comune
* l’incapacità di risolvere problemi di cui si parla da anni ma che sono sempre irrisolti
e tutto questo è avvenuto anche perché l’impianto istituzionale/costituzionale ha dato ai politici un potere negoziale, di condizionamento, esercitato anche nell’associazione in correnti, che di fatto genera le cose negative di cui sopra.
A me pare che Renzi stia cercando proprio di cambiare questa situazione e come un buon giocatore di scacchi sa che le mosse si fanno una alla volta a partire dalle riforme istituzionali ma sa anche che i tempi sono stretti perché altrimenti nella dilazione tutto si annacqua e i cambiamenti sostanziali ( lavoro, scuola, sviluppo economico e culturale, spending review, equità fiscale, PA snella e efficiente) non potranno avvenire .
Identificazione dei bisogni e delle priorità, comunicazione di programmi chiari e tempificati, rimozione di tutti i fattori ostativi, decisione nel realizzare i programmi nei tempi previsti, misurazione dell’efficacia di quanto si è fatto, trasparente comunicazione dei risultati e accettazione democratica di giudizio degli elettori. Questi sono a mio avviso i paradigmi dell’agire di un Politico con la p maiuscola in un quadro di vera democrazia. E finora mi pare che il nostro segretario si stia muovendo proprio in questa direzione anche se nella rimozione dei fattori ostativi mi sarei aspettato una mano più “pesante”.
Pienamente d’accordo con te: avanti con determinazione!