Analisi costi-benefici della TAV: gli errori del documento e 7 domande a chi l’ha condotta
L’analisi costi-benefici è una presa in giro e manca totalmente di onestà intellettuale. Ho preparato un documento in cui spiego tutti gli errori. Puoi leggerlo cliccando qui.
Inoltre di seguito riporto 7 domande che ho fatto al Prof. Ponti, il “capo” del gruppo di esperti che l’ha condotta:
- Per essere nominato nella Commissione ACB ha partecipato ad una procedura ad evidenza pubblica (cioè ha risposto ad un bando pubblico che chiedeva candidature per quella posizione)?
- In più occasioni ha dichiarato ai giornali di avere suggerito lei al Ministro i nomi dei membri della Commissione ACB; lo conferma?
- Da una analisi sui dati dei vostri cv, risulta che quattro dei sei membri della Commissione siano in rapporti con una società privata, la TRT – TRASPORTI E TERRITORIO srl. Lei, prof. PONTI, la presiede e detiene il 18% del capitale; l’arch. Riccardo PAROLIN ne é socio con la sua stessa quota; l’ing. Alfredo DUFRUCA ne é stato membro del CdA; il prof. Paolo BERIA, del cui dottorato di ricerca lei é stato tutor, ne é stato consulente negli anni 2006-2007. Infine il quinto componente, l’ing. Francesco RAMELLA, é un suo fedelissimo, condivide con lei varie pubblicazioni, tra cui anche la collaborazione con Il fatto quotidiano. Non le sembra strano che su sei membri della Commissione, cinque siano direttamente legati a lei?
- Tra i clienti della sua società figurano molti concessionari autostradali: A. Brescia Verona Vicenza Padova, A del Brennero, AA. Bergamasche, A. Milano Serravalle, AA. Centro Padane, A. Lombarde, Società BREBEMI, Strada dei Parchi spa. Non ravvisa un conflitto di interessi con il suo ruolo di consulente ministeriale, specie alla luce del fatto che nelle sue analisi calcola come un costo i mancati pedaggi autostradali a seguito dell’entrata in esercizio di una ferrovia?
- Per quale motivo in calce al documento presentato dalla Commissione manca la firma del prof. Pierluigi COPPOLA?
- I costi di investimento a carico dell’Italia per completare l’opera (tratta transfrontaliera + tratta nazionale) sono quantificati in 7.658 milioni€ (pag. 63 e 65), ma non si spiega come é stata calcolata questa somma. Tale importo non corrisponde a quello riportato a pag. 48 dello stesso documento, dove viene riportata la somma di 5.574 milioni€ come costo a carico dell’Italia per la tratta internazionale, omettendo inoltre di citare che il 40% di quel costo é a carico dell’Europa. Alla successiva pag. 49 dello stesso documento poi si indica in. 4.593 milioni€ il costo della tratta nazionale, un dato che non compare in nessuna altra analisi.
- L’analisi considera come costo i mancati ricavi per lo Stato derivanti dalla riduzione del gettito da accise sui carburanti, dovuti allo spostamento modale. Però, nell’analisi costi benefici che la vostra Commissione ha presentato il 10/12/2018 sul Terzo Valico, a pag. 7, scrivete che “la scelta metodologica di considerare tra i costi la perdita di accise sui carburanti per lo Stato non è pienamente in linea con le Linee guida MIT ed europee (DG REGIO)”; infatti, nelle linee guida del Ministero dei Trasporti, al punto 3.7 si esclude espressamente il calcolo delle accise nell’analisi sugli investimenti. Come mai qui non riportate questa stessa considerazione?
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